Umano troppo umano
La fatica dell'ascesa non è affatto un criterio per misurare l'altezza delle montagne
Chi ha molta gioia dev'essere un brav'uomo: ma forse non è il più intelligente, benché raggiunga proprio ciò che il più intelligente con tutta la sua intelligenza cerca di raggiungere
La farsa di molte persone laboriose. Con un eccesso di sforzo esse si procurano tempo libero e dopo non sanno farsene altro che contare le ore finché non siano trascorse.
Ogni consumatore crede che l'albero sia dipeso dal frutto, mentre esso è dipeso dal seme. In ciò sta la differenza tra tuttiquelli che creano e tutti quelli che consumano
Di ciò che si compra troppo caro si fa di solito anche un uso cattivo, perché non ci si mette amore e si ha un ricordo spiacevole - e così se ne ha doppio svantaggio.
Quando si è fraintesi come totalità, è impossibile evitare radicalmente di essere fraintesi nei particolari. Questo bisogna capirlo per evitare di sciupare eccessiva forza nella propria difesa
La maggior parte degli uomini non nè niente e non è reputata niente finché non si sia vestita delle convinzioni generali e delle opinioni pubbliche - secondo la filosofia dei sarti: gli abiti fanno le persone
Finché ti si elogia, credi pure sempre che non sei ancora sulla tua strada, bensì su quella di un altro.
Tanto il fanciullo quanto l'uomo vedono delle porte in tutto ciò che vivono e imparano. Ma per quello sono accessi. Per questo sempre solo passaggi.
Con la compassione aumenta e si moltiplica il dispendio di forza che già in sé la sofferenza arreca alla vita.
Si deve essere superiori all'umanità per forza, per altezza d'animo - per disprezzo...
Il viandante e la sua ombra
267. Non esistono educatori. Come pensatori si dovrebbe parlare solo dell'educazione che ci si dà da sé. L'educazione giovanile fatta dagli altri, o è un esperimento, compiuto su di un essere ancora sconosciuto e inconoscibile, o un livellamento di principio, inteso a rendere il nuovo essere, quale che sia, conforme alle abitudini e ai costumi che dominano: in entrambi i casi cioè qualcosa che è indegno del pensatore, un opera dei genitori e dei maestri, che uno dei sinceri temerari ha chiamato nos ennemis naturels* - Un giorno, quando già da un pezzo, secondo l'opinione del mondo, si è educati, si scopre se stessi; ora è tempo di chiamarlo in aiuto - non come educatore, bensì come uno che ha educato se stesso, che ha esperienza. * Prosper Mérimée aveva scritto che quando nasciamo i nostri nemici naturali sono i genitori e i maestri.
Così parlò Zarathustra
«L'uomo è una corda tesa tra la bestia e il superuomo - una corda sopra l'abisso. Un passaggio pericoloso, un pericoloso cammino, un pericoloso guardarsi indietro, un pericoloso rabbrividire e fermarsi. La grandezza dell'uomo è nell'essere un ponte e non una meta: ciò che si può amare dell'uomo è il suo essere una transizione e un tramonto»
IO AMO colui che si vergogna quando il dado cade in suo favore, e chiede: ho forse barato? - poiché egli vuole perire.
Qualunque cosa io crei, e per quanto io l'ami, presto devo essere avversario suo e del suo amore: così vuole la mia volontà.
«Ecco», disse (la vita), «io sono CIO' CHE DEVE SEMPRE SUPERARE SE STESSA».
Chi adesso è malato, viene sopraffatto dal male che al giorno d’oggi è male: egli vuole far male con ciò che fa male a lui. Ma ci furono altri tempi e un altro male e un altro bene.
Ancora si lavora, perché il lavoro fa passare il tempo. Ma ci si preoccupa che il divertimento non affatichi. Non si diventa più poveri o ricchi: entrambe le cose sono troppo gravose. Nessun pastore e un solo gregge! Tutti vogliono le stesse cose, tutti sono uguali, chi sente diversamente va di sua volontà al manicomio. «In passato erano tutti matti» - dicono i più spiritosi, e ammiccano.
Citato da J. Evola in Cavalcare la tigre
Bisogna guardarsi dal supporre che molti siano delle persone. Vi sono anche uomini composti di diverse persone, ma la maggior parte non ne ha affatto
Intervista
Ogni uomo che mi parla è un morto, un morto in sospeso. Vivo per caso. E per un attimo.
Colloqui con il professor Y
l'autore lirico, come sono io, se ne fotte di tutta la massa, oltre che dell'élite. L'élite non ha il tempo per essere lirica, quella viaggia in macchina, si abboffa, mette su culo, peta, rutta... e riparte!... anche lei legge solo al cesso, l'élite, e capisce solo la patacca...
...io non ho idee! neanche mezza! per me non c'è niente di più volgare, di più ordinario, di più disgustoso delle idee! nelle bibioteche ne trova a iosa! e nei caffè!... tutti gli impotenti traboccano di idee!... e i filosofi!... le idee sono la loro industria! si ruffianano i giovani con quelle! se li smagnacciano!... i giovani sono pronti a buttar giù qualsiasi cosa... per loro tutto quanto è: formidaaaabile! così gli riesce facile a quei pappa! l'appassionata stagione della giovinezza passa ad arraparsi e a farsi i gargarismi di «ideaae»!...
l'autore lirico, come sono io, se ne fotte di tutta la massa, oltre che dell'élite. L'élite non ha il tempo per essere lirica, quella viaggia in macchina, si abboffa, mette su culo, peta, rutta... e riparte!... anche lei legge solo al cesso, l'élite, e capisce solo la patacca...
...io non ho idee! neanche mezza! per me non c'è niente di più volgare, di più ordinario, di più disgustoso delle idee! nelle bibioteche ne trova a iosa! e nei caffè!... tutti gli impotenti traboccano di idee!... e i filosofi!... le idee sono la loro industria! si ruffianano i giovani con quelle! se li smagnacciano!... i giovani sono pronti a buttar giù qualsiasi cosa... per loro tutto quanto è: formidaaaabile! così gli riesce facile a quei pappa! l'appassionata stagione della giovinezza passa ad arraparsi e a farsi i gargarismi di «ideaae»!...
Morte a credito
Allora vidi chiaramente giungere le mille e mille barchette sulla riva sinistra... ciascuna aveva dentro un morticino rannicchiato sotto la sua vela... e la sua storia... le sue piccole bugie per prendere il vento...
Allora vidi chiaramente giungere le mille e mille barchette sulla riva sinistra... ciascuna aveva dentro un morticino rannicchiato sotto la sua vela... e la sua storia... le sue piccole bugie per prendere il vento...
Nostra Signora dei Turchi
Dormiva, quando era stanco dormiva a bocca aperta. Come un cretino. Sarebbe stato felice di saperlo. Le notti, le avrebbe trascorse a mirarsi dormire. Vivere è in fondo assistere a una disgrazia o a una festa, ma solamente assistere, coinvolti fino a un certo punto, testimoni al massimo e non più.
Pastorale americana (Einaudi)
«Il signor Levov era (...) un padre per il quale ogni cosa è un incrollabile dovere, per il quale c'è la ragione e il torto e, in mezzo, nulla, un padre il cui miscuglio di ambizioni, pregiudizi e convinzioni è talmente refrattario alla riflessione da rendere il tentativo di sfuggirgli più difficile di quello che sembra. Uomini limitati provvisti di energia illimitata; uomini pronti ad esserti amici e altrettanto pronti a stufarsi di te; uomini per il quale la cosa più seria della vita è andare avanti malgrado tutto. E noi eravamo i loro figli. Amarli era nostro dovere».
L'animale Morente, Einaudi
Per l'eterosessuale virile la natura del matrimonio comunemente inteso non è meno soffocante – date le preferenze sessuali di un eterosessuale virile – di quanto lo sia per il gay o la lesbica. Oggi, però, anche i gay si vogliono sposare. Un matrimonio in chiesa. Due trecento testimoni. E aspetta che vedano dove va a finire il desiderio che li ha fatti diventare gay. Mi aspettavo di più da questa gente, invece salta fuori che anche in loro non c’è il minimo realismo.
(una delle deluse...) «Cos’è questa gente nuova, quando la conosci veramente? È la solita gente vecchia mascherata. Non ha proprio niente di nuovo. È gente»
Il Rombo
Dovevi dirlo: Proiezione del desiderio maschile! Può anche darsi che anatomicamente non sia possibile. Ma a quell'epoca lì, quando i miti facevano ancora ombra, Aua ne aveva tre. Ed è vero, oggi il terzo manca spesso.
Finalmente ogni data è cancellata. Chiuse le eredità. Arriviamo puliti all'età della pietra.
Il grande inquisitore, I fratelli Karamazof, Einaudi
Nessuna scienza potrà dar loro il pane finché rimarranno liberi; ma finirà che essi recheranno la libertà ai piedi nostri, e diranno a noi:«Magari fateci schiavi, ma dateci da mangiare».
Storie di una vita sepolta
«È inutile», dissi. «Il mio stomaco è come carne viva e contiene i nove decimi della mia anima».
Taccuino di un vecchio porco
...il sole era marcio. fa sbocciare gli stessi vecchi fiori, le stesse vecchie ragazze in ogni angolo del mondo. guardò la gente che andava a lavorare. non imparò di più di quel che già sapeva. l'incertezza della conoscenza non era diversa dalla sicurezza dell'ignoranza. non esisteva niente di superiore: non esisteva niente di niente. si mise lungo disteso sul letto del padrone di casa, il suo letto al momento attuale. non si riusciva a cavare fuori niente da tutta quella angoscia. morì.
Libro di Pittura, codice Urbinate
Quelli che s'innamorano di pratica sanza scienzia, sono come li nocchieri ch'entran in naviglio sanza timone o bussola, che mai hanno certezza di dove si vadano.
dialoghi dal film "Andrej Rublev"
Anche il male fa parte della natura umana, voler distruggere il male è come voler distruggere l'umanità
Nos parents et nos maîtres sont nos ennemis naturels quand nous entrons dans le monde
Probabilmente la democrazia è finita perché la tecnica ci pone dei problemi che oltrepassano la nostra competenza...
Odissea (dialoghi del film di Andrei Konchalovsky)
Senza il favore degli dei un uomo non è niente (e così capii che sono solo uno tra gli uomini, niente di più niente di meno)
Il primato della volontà, Adelphi
In generale l'intuizione estetica è soppressione della volontà tramite la conoscenza, l'affetto è soppressione della conoscenza tramite la volontà.
Totem e tabù
Dal punto di vista genetico, la natura asociale della nevrosi deriva dalla tendenza originaria a sfuggire una realtà insoddisfacente per rifugiarsi in un mondo fantastico assai più attraente. In questo mondo reale, che il nevrotico evita, domina la società degli uomini e le istituzioni che essi hanno creato in comune. La fuga dalla realtà è al tempo stesso una fuga dalla comunità umana.
(conosco) persone che si sono create individualmente simili imperativi tabù, e vi si adeguano con lo stesso rigore con cui i selvaggi rispettano i tabù comuni alla loro tribù o alla loro società.
Boogie
da lei saliva un afrore di coloniali che giungevano a lui come da una di quelle drogherie di una volta, che tenevano la porta aperta davanti alla primavera...
Il libro della sovversione non sospetta
La causa del fallimento di ogni dialogo è nell'impossibilità di rivelarci, come siamo, all'altro. Un estraneo di fronte a estranei.
L’uomo - diceva - prega con parole di carne e di anima. La pietra, con parole di polvere e di cielo. L’erba con parole di germogli e di rugiada. Il sole, con parole di chiarore e di fuoco. Il mare, con parole di sale e di onda. La fiamma, con parole di arsura e di cenere.
Il luogo chiuso di ogni creazione è uno spazio chiuso circondato d'infinito. Ho abbattuto, dappertutto, gli steccati, offrendo alle mie opere, oltre il loro proprio spazio, l'infinito d'uno spazio proibito.
Si può interrogare soltanto il Potere. Il non-potere è l'interrogazione stessa.
1931
Stop. Quadrivio. Le penombre maligne pettegolano: Cosa cerchi? Nulla da mostrarti. Pretendi senza fermarti conoscere le nostre originalità, misurare le tracce capricciose del tempo della nostra pelle? Ti butteremo in pasto i soliti aspetti banali della vecchia Europa rattoppata restaurata...
La resa dei conti - 1956
La inesauribile marea di milioni di persone di ogni razza, si riversava sulla strada, si spingeva, si affrettava, di ogni età, di ogni tendenza, in possesso di ogni segreto umano, antico e futuro, in ogni faccia il perfezionamento di un particolare motivo o essenza: io lavoro, io spendo, io lotto, io penso, io amo, io tengo stretto, io do, io invidio, io bramo, io disdegno, io muoio, io nascondo, io chiedo. In fretta, molto più in fretta di quanto qualsiasi uomo possa contare.
Ci sono degli sciocchi, dei criminali e degli assassini che hanno milioni da buttar via. Bruciano il mondo intero, petrolio, carbone, legno, metallo, tutto ciò che è sopra e sotto di il suolo, e succhiano perfino l'aria e il cielo. Consumano e in cambio non danno alcun beneficio. Invece uno uomo come voi, che chiede solo di vivere e di respirare, si trova in difficoltà - poiché non vuole scambiare un'oncia d'anima con un chilo di prestigio sociale - e non ce la farà mai senza aiuto in un mondo come il nostro.
1982
Nella mia concezione dovrebbe poter accadere questo: che operatori, che agiscano con interesse urbanistico preciso (...) un bel giorno si presentassero in Piazza Colonna, o meglio su spazi di vita industriale, e lì istituissero un museo che dura due ore, tre ore, che si lega con un contesto di lavoro, di vita sociale e poi scompare.
...l'arte moderna è ricerca, tra individuo e collettività, di una soluzione che non annulli l'uno nel molteplice, né la libertà nella necessità.
1982
Fuori dallo spazio della galleria e del museo, molte opere risulterebbero prive di significato. (...) Il pubblico dell'arte non è il numero, non è il più grande numero possibile, ma un luogo aperto e percorribile della comunicazione, uno spazio che impegna la totalità e l’immediatezza, che costituiscono la caratteristica fondamentale e riconoscibile del darsi di ogni opera visiva.
Cavalcare la tigre, 1961
Se si riesce a cavalcare una tigre, non solo si impedisce che essa ci si avventi addosso, ma, non scendendo, mantenendo la presa, può darsi che alla fine di essa si abbia ragione.
Bisogna abbandonare ogni fine costruttivo esteriore, reso irrealizzabile da un’epoca di dissoluzione come la presente, bisogna applicarsi al problema puramente individuale consistente essenzialmente nel far sì che ‘ciò su cui io non posso nulla, nulla non possa su di me.
Non vi è nulla, nell’epoca attuale, che non sia rischioso. Per chi si tiene in piedi, questo è forse l’unico vantaggio che essa presenta.
L’individuo della società consumistica contemporanea ritiene ormai, nella gran massa, esser un prezzo troppo alto e un assurdo rinunciare alla comodità, al benessere medio offertigli dalla civiltà dei consumi evoluta, pur di rivendicare una astratta libertà. Così accetta fattualmente di buon grado tutti i condizionamenti livellatori in atto nel sistema.
In tutte le situazioni di crisi fin qui esaminate il tratto predominante è quello di un essere gli oggetti, o addirittura le vittime, dei processi distruttivi in moto; questi dall’umanità ultima vengono semplicemente subiti. “Ciò vale sia per coloro che si adattano ad una vita basata sul nulla e priva di ogni vera direzione, aiutandosi con un sistema di anestetici e di surrogati, eventualmente facendo uso delle sopravviventi forme dell’esistenza e della sicurezza borghesi, sia per coloro che sentono a vivo e in pieno la crisi esistenziale dell’uomo moderno, con l’effetto di esser spinti verso le forme di rivolta o di vita allo sbaraglio…
...agire senza guardare ai frutti, senza che sia determinante la prospettiva del successo e dell’insuccesso, della vittoria o della sconfitta, del guadagno o della perdita, e nemmeno quella del piacere e del dolore, dell’approvazione e della disapprovazione altrui.
Esstinzione. Uno sfacelo. 1996
…, le madri soltanto sono le responsabili e proprio loro, quando sono madri, si sottraggono quasi interamente a quella responsabilità e riversano tutto sul mondo che le circonda. Le madri sono le responsabili, ma non vengono mai chiamate a render conto delle loro responsabilità, quando sarebbe necessario, perché il mondo che le circonda ha delle madri, da millenni un'opinione così alta, inestirpabile, positiva. Perché? avevo chiesto a Gambetti, perché? Le madri gettano i loro figli nel mondo, e sul mondo fanno ricadere la responsabilità di ciò e di tutte le conseguenze che quei figli comportano, mentre loro stesse dovrebbero assumersi la responsabilità, e invece non se l'assumono. Le madri si tirano indietro dinanzi a ogni responsabilità riguardante i figli che gettano nel mondo, questa è la verità, Gambetti. Ciò che dico vale per gran parte, per la maggior parte delle madri. Ma come sono solo a pensarla così. Pensieri simili possiamo pensarli in segreto, ma non esprimerli, Gambetti, tenerli per noi, ma non renderli pubblici, dobbiamo più o meno lasciare che ci soffochino in un mondo che a quei pensieri reagisce a modo suo, ossia con orrore. Uno scritto, Gambetti, che intitolassi Le madri e che poi pubblicassi, avrebbe la sola conseguenza di farmi dichiarar bugiardo o pazzo o entrambe le cose insieme. Il mondo non sopporterebbe un tale scritto da me redatto e pubblicato, abituato com'è solo alla menzogna e all'ipocrisia e non ai fatti. In verità in questo mondo i fatti vengono ignorati e gli ideali fantastici proclamati fatti, perché questo è politicamente più utile e gradevole del contrario, Gambetti.
A poco a poco dobbiamo rifiutare tutto... essere a poco a poco contro tutto, per contribuire molto semplicemente all'annientamento generale a cui miriamo, disgregare il vecchio per poterlo alla fine interamente estinguere a beneficio del nuovo.